GRASSI !!!!! SMETTETE DI FARE LE DIETE
LA DIETA INEFFICACE
L'errore a nostro avviso è il seguente: le diete pretendono di controllare razionalmente il mondo dell’alimentazione che, invece, si nutre di significati e prassi appartenenti al registro dell’irrazionale. Il cibarsi è ben lungi dall'essere esclusivamente , per gli esseri umani quanto meno, un mero atto di matematico approvvigionamento energetico ponderabile, misurabile, quantificabile, ma va a toccare la dimensione del piacere, del desiderio, dei simbolismi emotivi e affettivi , degli scambi relazionali. Pretendiamo di controllare con atteggiamenti razionali e nessi logici lineari uno dei più misteriosi condensati di forze del nostro inconscio organico e psichico. Siccome il piacere è travolgente, se me lo concedo non posso controllarlo, e quindi devo necessariamente sottopormi a qualche disciplina, salvo poi sperimentare che questo processo innesca una reazione a catena che ci porta a desiderare sempre di più il cibo, finché non saremo costretti a cedere.
“ le diete ipocaloriche sono biologicamente innaturali”
Il tentativo di controllo del peso è destinato a fallire perché le diete ipocaloriche sono biologicamente innaturali. La Bio-logia fa fallire la psicologia.
In natura, in biologia, gli animali non domestici tendenzialmente si nutrono della quantità di cibo perfettamente necessaria per meglio adattarsi al proprio ambiente e alle sue sfide. Sia che l’animale sia un predatore sia che sia preda deve mantenere un peso che gli consenta di ottimizzare al meglio le sue strategie di sopravvivenza. Un antilope grassa più difficilmente riuscirebbe a sottrarsi all’attacco di un leone, e un leone troppo grasso non avrebbe lo scatto necessario per un attacco breve. Gli animali che devono fuggire come le prede sono tutti magri perché la velocità è legata la peso mentre quelli grossi non hanno bisogno di fuggire ma spaventano o affrontano con la loro mole, oppure altri animali si gonfiano e aumentano il loro volume per spaventare
Solo in alcuni casi il il fare scorta è un fenomeno contemplato e funzionale come nel letargo o qualora si debbano affrontare lunghi tragitti (es. le trasvolate oceaniche di alcune specie migratorie), o per nutrire la prole col latte che si può sintetizzare dal grasso (vedi donne in gravidanza). Anzi per la natura ingrassare “ è un bene”, è un modo per risolvere problemi e conflitti ambientali. Ad esempio se vado in auto-svalutazione perché considero anti-estetica la mia silhouette , la natura risponde facendomi ingrassare poiché è l’unico modo che conosce. In natura non esiste l’essere troppo grasso o troppo magro, solo gli uomini considerano ciò una deformità. Dunque , il nostro organismo ci dice che il sovrappeso è ancora necessario e funzionale a degli scopi. E sono questi scopi che dobbiamo indagare per fare uscire il sintomo (perché anche il soprappeso è un sintomo non una malattia) dalle sue necessità espressive (vedi anche mio articolo sul mio sito www.manricopapi.com). Ogni volta che non riusciamo a risolvere un conflitto attraverso il pensiero o sul piano della azione pratica, il cervello fornisce la sua soluzione (fare scorta nel nostro caso), perché la necessità di sopravvivenza gli impone di abbassare il livello di stress. Inversamente il sintomo non ha più nessuna ragione di ripresentarsi qualora vengano meno le premesse conflittuali che lo hanno prodotto
“Per la natura ingrassare è un bene”
Il nostro organismo, quindi, non ci permette di fare qualcosa di antibiologico ma seleziona sempre la migliore risposta possibile anche quando sembrano lesive o contraddittorie (ad es. che senso ha pesare 320 chili). Tali programmi tratti dal codice biologico comportamentale che chiamiamo sintomo (il sovrappeso) hanno un senso anche quando difficilmente riusciamo a scorgerlo e si mantengono attivi, spesso in eccesso , fino a che sono necessari. Pensiamo a quante funzioni può assolvere il grasso in generale : protezione, riscaldamento, isolamento, conservazione, galleggiamento. E sono tanti i motivi psico-biologici per cui è funzionale l’aumento di adipe. Solo per citarne alcuni: ho bisogno di diventare grosso per affrontare carestie, per incutere timore, per farmi notare da qualcuno, per proteggermi da aggressioni o ferite emozionali , per rendermi indesiderabile, per non sentire il vuoto o l’abbandono , per conservare attenzioni e complimenti, per stabilire contatti espandendomi e così via.
“Più me lo vieto e più lo desidero”
La soluzione che amplifica il problema: più divieto più desiderio
Ma il fallimento avviene attraverso atti di vero e proprio auto-sabotaggio che si coniugano nella forma di soluzioni disfunzionali (Nardone G., 2007) messe in opera per risolvere il problema. Ognuno ha il proprio modo di sabotarsi . Valga per tutti il ben noto “effetto trasgressione” nel quale l’apparente ragionevole decisione di vietarsi dei cibi in base alle loro caratteristiche nutritive e chimiche (cibi cattivi opposti a cibi buoni) ne aumenta la loro desiderabilità. Vietarsi i cibi più calorici nella convinzione che tante più calorie ingerisco tanto più ingrasso conduce inesorabilmente al disastro. Le migliori intenzioni producono gli effetti peggiori.
Le soluzioni illusorie del conflitto aumentano i livelli di stress (basta, non ce la faccio più!!!) inducendo spesso comportamenti ossessivo-compulsivi (anoressia, bulimia, vomiting, exercising ecc..) più pericolosi del problema stesso . Il fallimento diventa dunque biologicamente necessario
Le soluzioni non ordinarie del sovrappeso
Le soluzioni al sovrappeso non passano e non possono passare attraverso prassi imperniate sul controllo, su fatiche da Sisifo, su astinenze monacali ma la contrario devono essere imperniate sul piacere e l’autostima.
Innanzitutto sarà necessario capire la causa conflittuale psico-biologica e individuare le soluzioni disfunzionali che corroborano le trappole svalutatorie , quindi produrre il cambiamento attraverso logiche non ordinarie e non razionali d’intervento che ingenerano l’acquisizione di nuova fiducia nelle proprie risorse personali.
Ne conseguirà una personale disciplina alimentare basata su un nuovo sistema percettivo-reattivo verso l’alimentarsi. Una disciplina alimentare che non abbia la forza di generare un livello apprezzabile di autostima non può che rivelarsi, nel tempo, profondamente nociva. Obiettivo di ogni disciplina alimentare sana non sarà quello di medicalizzare l’esistenza ma di far riscoprire gli aspetti vitali insiti nelle leggi di natura e che la cultura degli ultimi secoli ha sempre più allontanato.
Questi sono i campi terapeutici in cui si muovono i naturopati sensibili alle tematiche della Decodifica Biologica, della psico-biologia e della psico-somatica
“ le diete ipocaloriche sono biologicamente innaturali”
Il tentativo di controllo del peso è destinato a fallire perché le diete ipocaloriche sono biologicamente innaturali. La Bio-logia fa fallire la psicologia.
In natura, in biologia, gli animali non domestici tendenzialmente si nutrono della quantità di cibo perfettamente necessaria per meglio adattarsi al proprio ambiente e alle sue sfide. Sia che l’animale sia un predatore sia che sia preda deve mantenere un peso che gli consenta di ottimizzare al meglio le sue strategie di sopravvivenza. Un antilope grassa più difficilmente riuscirebbe a sottrarsi all’attacco di un leone, e un leone troppo grasso non avrebbe lo scatto necessario per un attacco breve. Gli animali che devono fuggire come le prede sono tutti magri perché la velocità è legata la peso mentre quelli grossi non hanno bisogno di fuggire ma spaventano o affrontano con la loro mole, oppure altri animali si gonfiano e aumentano il loro volume per spaventare
Solo in alcuni casi il il fare scorta è un fenomeno contemplato e funzionale come nel letargo o qualora si debbano affrontare lunghi tragitti (es. le trasvolate oceaniche di alcune specie migratorie), o per nutrire la prole col latte che si può sintetizzare dal grasso (vedi donne in gravidanza). Anzi per la natura ingrassare “ è un bene”, è un modo per risolvere problemi e conflitti ambientali. Ad esempio se vado in auto-svalutazione perché considero anti-estetica la mia silhouette , la natura risponde facendomi ingrassare poiché è l’unico modo che conosce. In natura non esiste l’essere troppo grasso o troppo magro, solo gli uomini considerano ciò una deformità. Dunque , il nostro organismo ci dice che il sovrappeso è ancora necessario e funzionale a degli scopi. E sono questi scopi che dobbiamo indagare per fare uscire il sintomo (perché anche il soprappeso è un sintomo non una malattia) dalle sue necessità espressive (vedi anche mio articolo sul mio sito www.manricopapi.com). Ogni volta che non riusciamo a risolvere un conflitto attraverso il pensiero o sul piano della azione pratica, il cervello fornisce la sua soluzione (fare scorta nel nostro caso), perché la necessità di sopravvivenza gli impone di abbassare il livello di stress. Inversamente il sintomo non ha più nessuna ragione di ripresentarsi qualora vengano meno le premesse conflittuali che lo hanno prodotto
“Per la natura ingrassare è un bene”
Il nostro organismo, quindi, non ci permette di fare qualcosa di antibiologico ma seleziona sempre la migliore risposta possibile anche quando sembrano lesive o contraddittorie (ad es. che senso ha pesare 320 chili). Tali programmi tratti dal codice biologico comportamentale che chiamiamo sintomo (il sovrappeso) hanno un senso anche quando difficilmente riusciamo a scorgerlo e si mantengono attivi, spesso in eccesso , fino a che sono necessari. Pensiamo a quante funzioni può assolvere il grasso in generale : protezione, riscaldamento, isolamento, conservazione, galleggiamento. E sono tanti i motivi psico-biologici per cui è funzionale l’aumento di adipe. Solo per citarne alcuni: ho bisogno di diventare grosso per affrontare carestie, per incutere timore, per farmi notare da qualcuno, per proteggermi da aggressioni o ferite emozionali , per rendermi indesiderabile, per non sentire il vuoto o l’abbandono , per conservare attenzioni e complimenti, per stabilire contatti espandendomi e così via.
“Più me lo vieto e più lo desidero”
La soluzione che amplifica il problema: più divieto più desiderio
Ma il fallimento avviene attraverso atti di vero e proprio auto-sabotaggio che si coniugano nella forma di soluzioni disfunzionali (Nardone G., 2007) messe in opera per risolvere il problema. Ognuno ha il proprio modo di sabotarsi . Valga per tutti il ben noto “effetto trasgressione” nel quale l’apparente ragionevole decisione di vietarsi dei cibi in base alle loro caratteristiche nutritive e chimiche (cibi cattivi opposti a cibi buoni) ne aumenta la loro desiderabilità. Vietarsi i cibi più calorici nella convinzione che tante più calorie ingerisco tanto più ingrasso conduce inesorabilmente al disastro. Le migliori intenzioni producono gli effetti peggiori.
Le soluzioni illusorie del conflitto aumentano i livelli di stress (basta, non ce la faccio più!!!) inducendo spesso comportamenti ossessivo-compulsivi (anoressia, bulimia, vomiting, exercising ecc..) più pericolosi del problema stesso . Il fallimento diventa dunque biologicamente necessario
Le soluzioni non ordinarie del sovrappeso
Le soluzioni al sovrappeso non passano e non possono passare attraverso prassi imperniate sul controllo, su fatiche da Sisifo, su astinenze monacali ma la contrario devono essere imperniate sul piacere e l’autostima.
Innanzitutto sarà necessario capire la causa conflittuale psico-biologica e individuare le soluzioni disfunzionali che corroborano le trappole svalutatorie , quindi produrre il cambiamento attraverso logiche non ordinarie e non razionali d’intervento che ingenerano l’acquisizione di nuova fiducia nelle proprie risorse personali.
Ne conseguirà una personale disciplina alimentare basata su un nuovo sistema percettivo-reattivo verso l’alimentarsi. Una disciplina alimentare che non abbia la forza di generare un livello apprezzabile di autostima non può che rivelarsi, nel tempo, profondamente nociva. Obiettivo di ogni disciplina alimentare sana non sarà quello di medicalizzare l’esistenza ma di far riscoprire gli aspetti vitali insiti nelle leggi di natura e che la cultura degli ultimi secoli ha sempre più allontanato.
Questi sono i campi terapeutici in cui si muovono i naturopati sensibili alle tematiche della Decodifica Biologica, della psico-biologia e della psico-somatica